martedì 27 marzo 2012

La vita, l'universo, tutto quanto.

Ci ho pensato molto negli ultimi tempi, mi chiedevo che senso avesse il Tutto, perché ci fosse l'Universo, cosa ci facessero tutti quei milioni, miliardi di umani brulicanti nel mondo a ridere e vivere senza affannarsi a scoprire cose troppo grandi per loro; che cosa fosse la Vita. Alla fine mi sono dato una risposta. No, non una risposta qualunque, ma - ho la presunzione di dirlo - La risposta: la migliore tra le molte possibili.
La vita, mi sono detto, è come il raggio di una circonferenza goniometrica. Tu sai per certo che il valore che possono assumere le sue proiezioni su un ipotetico se stesso posto a dati gradi di distanza è infinito, ma di quell'infinito che può comunque trovare spazio tra un minimo di meno uno e un massimo di uno. E' tutto più rassicurante così. Ma quando i numeri cominciano a diventare astronomici, quando anche i valori estremi cominciano a toccare l'infinito, beh allora senti di non avere più certezze, capisci? Non c'è più quel punto preciso in cui si arriva ai 90 gradi, e il valore della proiezione che ha raggiunto il suo massimo ad uno torna a scendere nuovamente. Non ci sono più confini nelle misure, e non c'è più il tranquillo moto oscillatorio della proiezione metafisica che si ripropone eterno nel suo scorrere silenzioso... Ci pensi un attimo, guardi il cielo notturno e ti ritrovi d'un tratto a distanze sovrumane anche solo dalla stella più vicina, quando anche la luce per raggiungerla ci impiega otto minuti, otto minuti viaggiando alla stratosferica velocità di trecentomila chilometri al secondo! E allora beh capisci che non sei nel posto giusto, che devi esserti spinto troppo in là con il pensiero in territori vietati alla mente umana, che forse ti trovi sulla circonferenza goniometrica sbagliata e che la linea su cui oscilli dev'essere il raggio di dio. Quando a penso a queste cose, mi sento collassare lo stomaco...
E' per questo che le persone, senza saperlo, sono portate a porsi dei limiti; il loro inconscio mette dei picchetti a uno e a meno uno e dice stop, più in là di così non puoi andare, la tua conoscenza sarà finita ma almeno vivrai felice. E così si creano il loro piccolo mondo di false certezze e falsi idoli, e si voltano altrove quando percepiscono l'immensità dell'infinito giacere loro accanto al di là dei confini, perché sanno che proverebbero le vertigini, un enorme senso di vertigini a guardarlo, e le vertigini non piacciono a nessuno...

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