domenica 20 gennaio 2013

Note disperate: 2

Condannato alla sofferenza. Nato con una S marchiata a fuoco sulla fronte, come succedeva agli schiavi del mondo antico: S di schiavo, S di sorte, S di sofferenza. S di schiavo di una sorte sofferta. Perché certe cose solo a me? Perché certe coincidenze così subdole, certe corrispondenze infernali del mio carattere schifoso e di tutte queste schifose occorrenze della vita?
Ce l'avevo quasi fatta. Avevo pensato, pensato, pensato... Alla fine l'illuminazione. Era valida, lo so. Poteva essere efficace. E la cosa buffa è che in fondo continuo a crederlo ancora. Ma no. Il destino doveva pararmisi contro, doveva ricordarmi l'infelicità cui devo essere sempre fedele, sempre legato nella vita.
S di stanco, stanco di essere preso per il culo da tutto, stanco di essere confuso e di non sapere mai quali scelte prendere, come comportarmi, stanco di vivere una vita fatta di inettitudine e di contrastata inferiorità. S di spento. Come vorrei che diventasse il mio cervello... Così, improvvisamente, senza segnali o lunghi processi. S di Spento, Spento per Sempre.

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